Si è svolta alla Spezia, all’Auditorium Giorgio Bucchioni dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Orientale (Porti della Spezia e di Marina di Carrara), la prima edizione dell’evento di respiro nazionale e internazionale “A bridge to Africa” dedicato alla visione e allo scenario dei rapporti economici, sociali e culturali tra Italia e Nord Africa. I dati presentati da Alessandro Panaro di SRM mostrano che negli ultimi dieci anni sono stati investiti 12,7 miliardi nella realizzazione di infrastrutture secondo un piano in cui le realizzazioni più note sono il complesso di Tanger Med in Marocco e quelli di Damietta e Port Said in Egitto. E – si è preso atto – negli stessi Paesi, così come in Algeria e Tunisia, l’economia e l’industria crescono a ritmi sostenuti, in certi casi vertiginosi. Di fronte a questo scenario, la risposta del sistema portuale e logistico della Spezia e Marina di Carrara si è confermato unanime: dal Nordafrica bisogna cogliere opportunità e lezioni, integrando porti e aree produttive/logistiche speciali (come ZES e ZLS in Italia) e migliorando l’efficienza delle operazioni portuali. Il sistema La Spezia-Marina di Carrara è d’altronde all’avanguardia grazie all’azione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale e al contributo degli operatori privati Contship, Dario Perioli, FHP, Grendi, Laghezza, LCA e Tarros, che si sono confrontati in una dinamica tavola rotonda durante il convegno al quale hanno partecipato delegazioni di Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia. Tanto che Gian Luca Agostinelli, presidente dell’International Propeller Club Ports of La Spezia and Marina di Carrara, ha ricordato che “esiste un ‘Modello La Spezia e Marina di Carrara’, pioniere di un nuovo rapporto con il Nordafrica, che non solo ne evidenzia le opportunità economiche, ma promuove un sistema di cooperazione basato su un dialogo storico tra le due sponde del Mediterraneo. Il nostro tessuto imprenditoriale rappresenta una guida per le aziende italiane interessate a questi mercati. Il sostegno del Piano Mattei offre una spinta importante, ma solo attraverso la condivisione del know-how e delle best practice possiamo costruire una cooperazione duratura e una ricchezza condivisa. Fondamentale sarà puntare sul dialogo culturale e sull’adozione di pratiche sostenibili, con un attento controllo all’impatto sociale, ambientale e di governance. A Bridge To Africa, che si è appena concluso, rappresenta la prima illustrazione pubblica di questo approccio.”